La passione di Frida by Caroline Bernard

La passione di Frida by Caroline Bernard

autore:Caroline Bernard [Bernard, Caroline]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788867026517
Google: YpD-DwAAQBAJ
editore: Tre60
pubblicato: 2020-09-29T22:00:00+00:00


15

Frida dovette rimanere all’Henry Ford Hospital ancora qualche giorno. Sfruttò il tempo per continuare a lavorare ai suoi schizzi per il quadro. Mantenne i singoli elementi spostandone solo la disposizione intorno al letto. Al centro dell’immagine, in bilico sopra il letto, lasciò spazio al suo bambino mai nato, che aveva già le sembianze di un essere umano e che lei volle raffigurare secondo le illustrazioni dei libri di medicina. Era l’ultimo dettaglio che mancava e lei aveva paura di dipingere questo esserino. Ma era necessario affrontare la paura per superarla. Con una certa esitazione prese la matita e si rese conto di quanto le facesse bene dire addio alla sua piccola creatura in questo modo.

«Sono così felice di avere la mia pittura, mi aiuta ad affrontare la mia sofferenza. Altrimenti impazzirei qui» disse a Lucienne, lanciando un’occhiata al letto vicino dove la vecchia stava per esalare l’ultimo respiro.

Qualche giorno dopo fu dimessa dall’ospedale. Si sentiva debole, ma era decisa a iniziare a dipingere immediatamente, visto che le sue sensazioni erano ancora così reali. A Diego era venuta l’idea di farla lavorare su fogli di metallo perché i bozzetti gli ricordavano molto gli ex voto messicani. Le portò una piccola lamina metallica, non molto più grande di un libro aperto. Frida seguì il suo suggerimento e apprezzò i colori brillanti, che sul metallo risultavano molto più intensi che sulla tela. Una piccola pennellata dopo l’altra, il quadro cresceva davanti ai suoi occhi. Frida rinunciò a ogni forma di prospettiva, e anche sotto questo aspetto rimase fedele ai dipinti votivi.

Alla fine, sul telaio del letto, scrisse la data, luglio 1932, e HENRY FORD HOSPITAL, Detroit. Dopo la data aggiunse le iniziali FK. D’ora in poi sarebbe stata di nuovo Frida Kahlo. Non più Frida Rivera.

Quando dipinse la K, scoppiò a ridere. Era meraviglioso essere di nuovo se stessa, Frida Kahlo. Ma poi all’improvviso si rattristò. Quella K era anche un’ammissione che non poteva essere la signora Rivera perché non aveva dato figli a suo marito? Aveva perso il diritto a quel nome? No! Non poteva permettersi di avere pensieri di questo tipo. Era la moglie di Diego davanti a Dio e al mondo. Ma non era solo sua moglie. Anzitutto era Frida. Frida Kahlo. La pittrice.

Quando diede l’ultimo tocco e posò il pennello, sapeva di aver creato una rappresentazione veritiera della sofferenza femminile, profondamente radicata nella sua patria e nella cultura messicana attraverso la sua forma ingenua. Il dipinto era l’espressione del dolore straziante per la gravidanza interrotta che l’aveva catapultata nell’impotenza assoluta e nella sensazione di essere in balia degli eventi. Non aveva tralasciato nulla, ogni ricordo doloroso, sia fisico che mentale, ogni speranza, e alla fine in questo quadro si poteva leggere il grande fallimento. Allo stesso tempo, rappresentava l’incredibile forza che donne come lei avevano anche nei momenti di estrema difficoltà. E attraverso l’orchidea veniva richiamato anche il tema dell’amore. L’amore che aveva reso possibile la gravidanza e il conforto che Diego le aveva dato dopo la perdita del bambino.



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